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Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino - Quirinale - Roma

31 marzo 2015 - ore 16,38
il_principe_dei_sogni_giuseppe_negli_arazzi_medicei_di_pontormo_e_bronzino_mostra_quirinale_roma.jpgMostra: Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino

Acquista Catalogo: Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino, euro 55,00 (con prefazione di Luis Godart)

Il Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale accoglie dal 17 febbraio al 12 aprile 2015 la mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” che raduna, dopo centocinquanta anni, i venti arazzi che raffigurano la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, narrata nella Genesi(37-50).

Gli arazzi, divisi per volere dei Savoia nel 1882 tra Firenze e il Palazzo del Quirinale, tornano, grazie all’impegno della Presidenza della Repubblica Italiana e del Comune di Firenze, a essere esposti insieme in una mostra unica. Questa serie di panni monumentali, oggetto di un complesso e pluridecennale restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Laboratorio Arazzi del Quirinale, rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale.

Gli arazzi con le Storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze. I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Tessuti alla metà del XVI secolo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati.

Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medicee: Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, tradito e venduto come schiavo dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti intellettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brillante carriera politica e a raggiungere posizioni di potere. Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un’intera popolazione dalla carestia e, infine, dà prova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito.

I visitatori possono accedere alla mostra con ingresso gratuito e senza bisogno di prenotazione nei giorni feriali da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30. L’orario di apertura domenicale è dalle ore 8.30 alle ore 12.00 in concomitanza e con le disposizioni dell’apertura al pubblico delle sale di rappresentanza. La mostra rimane chiusa tutti i lunedì, la mattina di sabato 7 marzo, domenica 5 aprile ed eventualmente in occasioni di impegni istituzionali in programma al Quirinale di cui sarà data immediata comunicazione.

Riflettori sui capolavori di Salviati, Bronzino e del Pontormo. Dopo 500 anni escono per la prima volta dalla sede fiorentina.

Quando l'arte diventa strumento di politica. Dice questo, su più livelli, la mostra che si apre oggi al Quirinale per raccontare "Il principe dei sogni", quel Giuseppe biblico narrato in venti arazzi disegnati dai vertici del Cinquecento italiano, Pontormo, Bronzino e Salviati. Evento d'eccezione, va detto subito. Per la prima volta, dopo 500 anni, escono dal fiorentino Palazzo Vecchio dieci di quegli arazzi, rimasti là dove Cosimo I de' Medici li aveva voluti, a gloria del principato. E si uniscono agli altri dieci facenti parte del ciclo e nel 1882 portati via dall'Arno ad opera dei Savoia, insediati a Roma e nel palazzo pontificio sul colle chiamato Montecavallo. Sarà una mostra itinerante: dopo Roma, la Milano dell'Expo. Infine Firenze, che festeggia con la "reunion" dei 400 metri quadrati di tessuto istoriato i 150 anni da quando divenne capitale dell'Italia Unita

 
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