Inaugurazione del Parco Archeologico - Necropoli Etrusche del 'Pratino' e di 'Pian delle Rusciare' (Tuscania, VT)

19 aprile 2016 - ore 13,40
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    La casa editirce  Arbor Sapientiae è lieta di segnalare che domenica 24 Aprile 2016 si terrà alle ore 11:00 l'inaugurazione del Parco Archeologico delle Necropoli Etrusche del 'Pratino' e di 'Pian delle Rusciare' (Tuscania, VT).
    Scarica invito allegato.

    Ricorcìdiamo la monografia deidicata agli scavi:

    LE NECROPOLI ETRUSCHE DI MACCHIA DELLA RISERVA A TUSCANIA 1. PIAN DELLE RUSCIARE - S. Giuntoli (Collana SANEM,1)


    Stefano Giuntoli
    Arbor Sapientiae Editore - Roma, 2015
    Etruscologia e storia della civilta’ etrusca
    ISBN: 978-88-97805-41-0




    Gli scavi nell’area di Macchia della Riserva contribuiscono ad ampliare le nostre conoscenze circa la dislocazione e la consistenza delle necropoli e di conseguenza dell’abitato di Tuscania nel corso dell’età ellenistica. In particolare, ci consentono di acquisire ulteriori informazioni in merito alle direttrici di sviluppo di questo centro in quest’epoca, soprattutto per quanto attiene al settore di nord-ovest, sin qui non molto indagato. A partire dalla metà circa del IV secolo a.C. Tuscania conosce gli effetti del rilancio di Tarquinia sul piano politico ed economico. L’area si ripopola essenzialmente per lo sfruttamento del territorio per l’agricoltura e l’allevamento e viene anche a trovarsi in una felice posizione di cerniera di transito tra i centri dell’Etruria costiera e quelli della valle del Tevere e tra Etruria meridionale e settentrionale, grazie anche alla realizzazione della via Clodia, probabilmente nel corso del III secolo a.C. Un ulteriore motivo del rinnovato interesse tarquiniese su questa zona è rappresentato dalla necessità di contrapporsi, anche territorialmente, all’avanzata di Roma, seguita alle vittorie su Veio, Capena e Falerii e alla deduzione delle colonie di diritto latino di Nepi e di Sutri. Protagonisti di questa azione di rilancio e rioccupazione del territorio a fini produttivi sono grandi gruppi gentilizi aristocratici, quali i Curunas, i Vipinana, gli Statlane, alcuni dei quali forse di origine tarquiniese; ad essi si affiancano membri di una classe “media” di proprietari terrieri, che in certo modo ne assorbono e ne replicano in scala minore gli atteggiamenti ideologici e autorappresentativi. Ciò è particolarmente evidente nell’ambito funerario, con l’adozione di tombe a camera di dimensioni più ridotte e di minor apparato interno ed esterno, con corredi che tendono, nella loro composizione, a riprendere e a fare propri i modelli di connotazione sociale dell’aristocrazia di rango più elevato. Nonostante sia piuttosto carente per Tuscania il quadro delle informazioni precise riguardo all’abitato, si assiste per quest’epoca ad una dislocazione areale delle necropoli così ampia da far ritenere che, almeno in alcuni casi, possa essere indicativa di una struttura insediativa policentrica, dovuta probabilmente proprio alla modalità di sfruttamento economico del territorio. 
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