L'arena del Colosseo (Anfiteatro Flavio)
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L'arena del Colosseo:
Il piano dell’arena del Colosseo, delle dimensioni di 76 metri per 46, era in parte costituito di muratura cementizia, rivestita di opus signinum (ovvero di cocciopesto) e in parte di legno a scomparti movibili per l’immissione degli animali, il trasporto dei materiali e la erezione di scenografie e ostacoli provvisoii durante i ludi gladiatori e caccie (colline, ponti, laghetti, boschi, corsi d’acqua, ecc.).
Il tutto formava una pavimentazione omogenea e resistente ricoperta con la sabbia (arena) che veniva rastrellata ad ogni fine combattimento per coprire il sangue.
Intorno al podio correva un marciapiedi che serviva a più scopi: lasciare un corridoio per il personale addetto agli spettacoli, evitare che le belve si avvicinassero troppo alle prime file e rendere l’arena visibile da ogni settore sella cavea. Inoltre è presumibile che tra il marciapiede e l’arena vi fosse un canale d’acqua, euripus, una sorta di fossato che separava e convogliava le acque di scarico.
Durate le venationes si alzava intorno all’arena una robusta rete metallica, assicurata a grossi travi infissi a mensole di travertino, abbinate a due a due con incasso intermedio, che ancora sporgono dal muro sottostante il podio; la cancellata terminava con dei rulli di legno, o di avorio, che impedivano alle belve di far presa con le zampe sulle maglie metalliche.
Il sottosuolo dell’arena: le strutture ipogee, portate a termine in epoca domizianea, erano suddivise in quattro quadranti tramite i corridoi posti all’altezza degli assi maggiore e minore. In questi corridoi si apriva una serie di percorsi paralleli sia rettilinei e diversi ambienti dove si teneva tutto il materiale destinato agli spettacoli, le stalle temporanee, le gabbie per le belve e i depositi delle armi.
Lo studio più interessante sulle modalità di funzionamento e di interazione arena-ipogei rimane quello di Giuseppe Cozzo dove teorizza l’uso di pegmata: elevatori lignei e di posticia: botole disposte nella parte lignea dell’arena.
(G. Cozzo, Ingegneria romana, maestranze romane, strutture preromane, strutture romane, Le costruzioni dell’Anfiteatro Flavio, del Pantheon, dell’emissario del Fucino, Roma 1928, pp. 229 e segg.).
Testo prodotto dalla redazione di Arbor Sapientiae - Novembre 2014