Viaggio in Ciociaria. Avventure e aneddoti illustrati dall’autore - Cesare Pascarella (QME, 25)

di Cesare Pascarella

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  • Prezzo: € 20.00
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    Descrizione:

    Quaderni del Centro Studi Mario Equicola

    Edizione limitata a 100 esemplari

    In 8°, 200 pp. su carta avoriata, ill.ni in b/n 

    Grande viaggiatore, Cesare Pascarella nel 1883 è sul treno che da Roma porta a Ceprano, in procinto di visitare la Ciociaria. Il resoconto di viaggio che ne segue è un prezioso documento della vita quotidiana del tempo: dalla chiassosa comitiva di gitanti salita alla stazione di Valmontone che facevano rimpiangere la corriera, alle contadine che lungo le rive del Liri battevano la canapa e cantavano nenie malinconiche, al vetturino Ciccantonio, «un tipo selvaggio» che di continuo bestemmiava e pregava ed aveva conosciuto il «famigerato brigante» Chiavone di cui forse era stato un sodale, agli enormi carri, trainati anche da dieci o dodici cavalli, diretti a Roma e carichi dei prodotti dei lanifici e delle cartiere del Fibreno e del Liri, con i vetturini che sonnecchiavano perché sapevano che gli animali conoscevano bene la strada, ai gruppi di pellegrini diretti all’abbazia di San Domenico che procedevano, come disse sornione Ciccantonio, «un po’a piedi e un po’ camminando», alla macellazione di un toro nella piazza antistante il palazzo ducale di Atina, tra i gemiti e gli schizzi di sangue dell’animale. L’autore ha fissato momenti indimenticabili legati al territorio ciociaro di fine dell’Ottocento, con il suo stile divertente, ma pungente, che riesce facilmente ad avvincere un pubblico di tutte le età.


    Cesare Pascarella (1858-1940) nacque, visse e morì a Roma, artista e intellettuale poliedrico, fu Accademico d’Italia per i suoi meriti letterari. Dalla personalità irrequieta, fin da ragazzino si mostrò uno spirito libero scappando dal seminario di Frascati dove studiava; frequentò spesso la Ciociaria perché il padre, Pasquale, era originario di Fontana Liri. Iniziò la sua attività di pittore con scene della campagna romana, autodefinendosi nei suoi primi versi poetici “pittore di asini” che in effetti, molto affascinato da questi animali, li disegnò per tutta la vita. Partecipò al movimento della scapigliatura romana, stringendo rapporti con gli artisti più simili a lui per vivacità e anticonformismo.