Viaggiare nell’antica Roma (AR 68) - M.E. Garcia Barraco

di

invia la pagina per emailcondividi su Facebookcondividi su Twitter
  • Prezzo: € 20.00
    Aggiungi Carrello

    Descrizione:

    in 8°, 98 pp, ill.ni 

    Viaggiare era un’attività comune tra i Romani delle classi agiate che si spostavano per i motivi più svariati: studio, commercio, incarichi diplomatici, missioni militari, pellegrinaggi, ecc. In questo saggio sono stati presi in considerazione tutti gli aspetti legati agli spostamenti in epoca antica, dall’abbigliamento ai mezzi di trasporto, dagli itineraria alle tesserae hospitalis fino ai viaggi più famosi di noti personaggi di cui si ha testimonianza nelle fonti scritte.

    Per quanto i viaggi non fossero mai stati di facile attuazione, i Romani non hanno esitato a compiere frequenti e lunghi spostamenti.
    Si viaggiava a cavallo, con veicoli trainati, per via marittima. Tutti i mezzi di trasporto si potevano anche affittare. Le portantine erano attrezzate in modo tale che la persona trasportata, distesa su dei cuscini, potesse scrivere. All’epoca esistevano già delle carte geografiche e dei manuali assimilabili alle guide moderne. Per un viaggio via mare ci si poteva rivolgere ad una nave commerciale a meno che la persona non fosse abbastanza ricca da possedere un’ imbarcazione personale.
    Per le tappe esistevano dei punti di sosta, chiamati mansiones o caupones, ma non erano ben attrezzate ed in genere erano utilizzate solo dai viaggiatori più poveri. I più ricchi si facevano ospitare da amici (jus ospiti, hospitium), oppure passavano la notte all’interno del veicolo o sotto una tenda. I personaggi che ricoprivano incarichi ufficiali e quindi di prestigio disponevano di punti di sosta e di ristoro appositamente attrezzati per loro gestiti dai parochi, (fornitori, pagati dallo Stato per provvedere al vitto e alloggio dei magistrati in viaggio)
    I Romani conoscevano la villeggiatura estiva ed i più ricchi praticavano anche quella invernale. Molti possedevano la loro villa personale in Campania, in mezzo ad una proprietà che si estendeva a perdita d’ occhio, con possibilità di praticare la caccia e la pesca.
    D’estate le mete preferite erano i Monti Albani ed i laghi della zona, oppure Tibur (odierna Tivoli) o Tusculum. D’inverno la città più gettonata era Taranto. Le città della costa campana (Cuma, Baia, Hercolanum, Pompei, ecc.) erano frequentate tutto l’anno per il clima e per le bellezze naturali.
    I Romani prediligevano anche alcuni paesi lontani, soprattutto la Grecia. Il viaggio in Grecia era una regola per i giovani di buona estrazione sociale: compiuti 18 anni, si recavano in Grecia (Rodi o Atene) per completare i propri studi. Sappiamo, per esempio, che Ottavio completò i suoi studi ad Apollonia, nell’ Illiria.