Colori dei Romani I mosaici dalle Collezioni Capitoline (Catalogo della Mostra) - a cura di Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli, Serena Guglielmi

di

invia la pagina per emailcondividi su Facebookcondividi su Twitter
  • Prezzo: € 15.00
    Aggiungi Carrello

    Descrizione:

    SOMMARIO
    Introduzione, Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli, Serena Guglielmi - I mosaici antichi delle collezioni capitoline tra XVIII
    e XXI secolo, Claudio Parisi Presicce - Mosaico: “pittura per l’eternità”, Nadia Agnoli - Mosaici di Roma: “dallo scavo al
    museo”, Serena Guglielmi - Bibliografia

    Il patrimonio dei mosaici appartenenti alle collezioni capitoline è stato in gran parte restaurato in anni recenti. Dopo i primi
    complessi interventi conservativi, iniziati nel 1986 e proseguiti nel 1999, è stata avviata nel 2011-2012 una nuova fase di restauri,
    alla quale hanno fatto seguito una fortunata esposizione temporanea nello spazio polifunzionale denominato Ex-Depo’
    di Ostia e il catalogo scientifico pubblicato nel 2013  da Carla Salvetti, che annovera 109 manufatti illustrati in gran parte
    con una documentazione fotografica a colori. Il lavoro di classificazione sistematica, oltre a offrire un’enorme mole di dati
    oggettivi soprattutto in merito a determinati temi, ha portato alcuni risultati nuovi, per esempio l’attribuzione di più pavimenti
    a un medesimo edificio, oppure la ricongiunzione di più frammenti separati a un medesimo pavimento. Da esso sono
    scaturite anche significative osservazioni sul rapporto tra invenzione artistica e repertorio, tra scelte culturali del committente
    e tradizione tecnica e figurativa delle botteghe artigianali. Tra gli esemplari capitolini non mancano manufatti di
    qualità superiore, spesso rinvenuti incompleti o limitati a frustuli di difficile lettura, ma che ugualmente danno un’idea del
    gusto di alcuni esponenti dell’aristocrazia urbana, che sceglievano per le proprie residenze e per le camere funerarie della
    propria famiglia soggetti e motivi iconografici per lo più di significato simbolico e non semplicemente decorativo. La serie di mostre
    ha presentato un’ampia selezione dei mosaici delle collezioni capitoline, in gran parte capolavori poco conosciuti al
    grande pubblico, mediante i quali è stato sottolineato il carattere esclusivo di una certa produzione musiva, analogamente a
    quanto accadeva in riferimento alla produzione di sarcofagi con scene mitologiche. L’esposizione romana è un evento importante,
    che non solo si arricchisce di opere musive rimaste finora invisibili, ma è in grado di rivelare e di raccontare, attraverso
    la trama colorata di questi manufatti artistici, brani di storia della città di Roma, illustrando nel modo più completo
    i contesti originari di rinvenimento. Accanto ai mosaici sono esposti in alcuni casi gli affreschi e le sculture che insieme a
    essi costituivano l’arredo degli edifici di provenienza; questa presentazione d’insieme consente di interpretare le scelte iconografiche,
    i motivi decorativi, l’aspetto formale delle opere come espressione del gusto e delle esigenze dei committenti,
    offrendo così un significativo spaccato della società romana in un ampio periodo compreso tra il I secolo a.C. e il IV d.C.
    La ricca e preziosa documentazione d’archivio, messa a corredo delle opere esposte, illustra i rinvenimenti con foto storiche,
    acquarelli e disegni, testimonianze che aiutano a raccontare il clima e le circostanze che ne determinarono il rinvenimento:
    le trasformazioni urbanistiche e il fervore edilizio che caratterizzarono la storia di Roma tra gli ultimi decenni
    dell’ e i primi decenni del secolo scorso, allorché, parallelamente al progressivo ampliamento della città per far fronte
    alla sua nuova funzione di capitale del Regno d’Italia, fu scritta una delle più ‘fortunate’ pagine dell’archeologia romana.