La Grotta dei serpenti tra medicina e folclore - Stefano Gambari

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  • Prezzo: € 35.00
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    Descrizione:

    Collana: ArcheoItinera
    Formato: 17x24 cm
    Pagine: 212
    Lingua: Italiano

    Nel Dizionario dei luoghi comuni, Gustave Flaubert annotava che «le caverne sono sempre piene di serpenti» e i serpenti «sono
    tutti velenosi»! A Roma, nel Seicento, si di ondono notizie di guarigioni dovute a sospette pratiche terapeutiche che si svolgevano
    in una cavità termale presso Sasso (Cerveteri). Bisce buone risanano i malati, escono dai cunicoli e leccano il sudore,
    asciugando la pelle dei malati. Accorrono il libertino Bourdelot, l’enciclopedico Kircher, il chirurgo Bartholin a visitare la grotta:
    «similmente alla rugiada o al vapore del miele gli umori insani restaura, e risolve la podagra nodosa per la quale i medici sciupano
    il ranno e il sapone». Inizia una lunga tradizione a stampa che giusti ca il fenomeno e si richiama all’incubatio dell’Isola
    Tiberina, all’uso dell’oppio, al re dei serpenti, registrando l’invidia dei medici locali, che bruciano il sottobosco per eliminare le
    bisce. Più tardi prevale lo scetticismo e la tradizione popolare è ridicolizzata. Riferimenti colti si innestano su un vasto tessuto di
    credenze folcloriche relative alle virtù del serpente e della grotta: il mondo sotterraneo è da sempre popolato di ianare, di draghi,
    di creature fantastiche, di tesori nascosti…
    Di fronte ai preziosi tesori della Natura… la Ragione balbetta.
    Pierre Michon Bourdelot


    Indice:
    INTRODUZIONE
    CAPITOLO 1 Il Monte delle fate, le grotte e i serpenti: Il territorio e le cavità naturali; Questioni aperte e tradizione dei testi.
    CAPITOLO 2 Il Seicento: Antro colmo d’orror languendo meco, 1621; De Spelunca et serpentibus Caeretanis, 1634-36; Il resoconto della visita di
    un giovane medico; La grotta dei serpenti, le malattie e la cura; Proprietà delle acque e circolazione sotterranea; Bisce buone e santi patroni. Sant’Egidio;
    San Domenico e il controllo dei serpenti; Una ‘velenosa’ controversia; Il sopralluogo di A. Kircher, 1640; T. Bartholin, “prendono alcuni oppio”, 1644; Il
    serpente regolo; Le mute nel Musaeum Wormianum, 1655; Formule magiche e ciarauli; La visita di J. Finch, 1663; Un caso di guarigione più tardo, 1692;
    Gli itinera di Bernardino da Arezzo, 1698.
    CAPITOLO 3 Il Settecento: La Teologia  sica di W. Derham, 1713; La grotta meravigliosa di J.B. Labat, 1731; “Potrebbero esser false le notizie de i
    Serpi”, F. Eschinardi, 1750; La Ciclopedia di G.M. Secondo, 1751; Il commento di un geografo e di un medico.
    CAPITOLO 4 L’Ottocento: Le Memorie di N.M. Nicolai, 1803; Un archeologo e un professore di ‘regioni serpentifere’, 1823; Una favola cui non credono
    nemmeno “i più idioti del popolo”, 1833; I Diporti e riposi villerecci di A. Belli, 1851; Ostinate paganie o astuzie contadine? 1851; L’ incubatio e
    l’Isola Tiberina; Schemi di interpretazione mitologici e folclorici; Nel taccuino di un naturalista, 1852; La favoletta dei serpenti: A. Zuccagni-Orlandini,
    1861; Un seguace di Labat, 1865; Un’illustrazione delle acque minerali e altre guide; Chioccia dalle uova d’oro e leggende plutoniche.
    CAPITOLO 5 Il Novecento: Visite geologiche, 1948; La clinica d’eccezione di O. Morra, 1950; Le osservazioni biospeleologiche di S. Patrizi, 1954;
    Testimonianze contemporanee; Un’interpretazione strutturale.
    CONCLUSIONE; APPENDICE; RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI; CREDITI FOTOGRAFICI.