La città (in)visibile - Roberto Maffioletti

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    Descrizione:

    Bross. edit.,  15 x 21 cm, 62 pagg.


    Con lo pseudonimo di Maffeo Robo, Roberto Maffioletti, allora senatore della Repubblica, ha pubblicato nella rivista “Roma sorante”, cinque “Noterelle romane”, come ha poi amato definire questi racconti. Il fine è il sorriso, ma è presente la consapevolezza di un tessuto sociale e urbano in rapida trasformazione in cui Roma, magnifica e colorata scenografia per turisti frettolosi, diventa sempre meno una comunità autentica, viva e pulsante. Le ‘Noterelle’ sono dunque un quadro espressionista della parte ancora viva della città di allora, nella sua povertà commovente e amara e talvolta nel suo “trucidume”. Larga parte delle “botteghe” e dei suoi abitanti sono scomparsi, sopraffatti da una trasformazione non sempre governata, che determina, per Roma, come già per le altre città d’arte d’Italia, il destino di città-cartolina, pur se una bellissima cartolina. Il testo è arricchito da alcuni acquerelli dell'autore dedicati alle "Città invisibili" di Calvino.



     Roberto Maffioletti (1927-2015), ha svolto la sua attività politica e di avvocato a Roma. Nato nel quartiere Ludovisi, ha qui vissuto fino ai sette anni, quando, in seguito alle demolizioni volute da Mussolini, si trasferì nel quartiere operaio dell’Alberone. Il ricordo di quegli anni e dello strappo da luoghi della bellezza romana, come Villa Borghese, Corso d’Italia, Piazza Fiume, la spina di Borgo, dove andava a trovare lo zio pittore, rimase indelebile nella sua memoria. Nel 1966, eletto Consigliere comunale per il PSIUP, il problema urbanistico e della casa, delle periferie urbane come luogo di separazione e di emarginazione, furono dunque temi su cui, insieme a un vasto movimento di intellettuali, urbanisti e non, condusse una battaglia politica, ma anche di condivisione umana, che fa parte ormai della storia di Roma: la speculazione edilizia e la conseguente e continua violazione di un piano regolatore insufficiente e rimasto inapplicato, condussero allora il Comune al dissesto finanziario, alla corruzione e a un crescente disagio sociale.