Il Museo Nazionale Preistorico Etnografico di Luigi Pigorini (Collana di Studi Archeologici, 2) - Elisabetta Mangani
di Elisabetta Mangani
- Anno Edizione:
- 2015
- Casa Editrice:
- Espera Edizioni
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
Descrizione:
Il Museo Centrale di Paletnologia nella capitale d’Italia fu fortemente voluto da Luigi Pigorini, in un clima di fervore
per le ricerche delle prime tracce dell’uomo che in Europa si era diffuso nella prima metà dell’Ottocento: i grandi
musei realizzati in ogni nazione presentavano la storia del paese dalla preistoria alle culture popolari contemporanee,
con sezioni di confronto delle culture preistoriche e storiche di altre regioni europee. Pigorini organizzò il
Museo Preistorico Etnografico di Roma adottando i criteri seguiti nei musei europei, in particolare nel Museo delle
Antichità del Nord di Copenhagen: alle culture preistoriche italiane, esposte in ordine cronologico e geografico, seguivano
le più importanti culture preistoriche europee ed extraeuropee e le culture indigene di tutti i continenti
esposte in ordine geografico. Al Museo affiancò, come strumenti indispensabili per conoscere i materiali, la biblioteca
specialistica, il Bullettino di Paletnologia Italiana e la cattedra di Paletnologia, la prima in Europa, di cui lui
stesso fu titolare. Dal 1876, anno della sua inaugurazione in poche stanze al terzo piano del Collegio Romano, al
1923, quando Pigorini fu collocato a riposo, il Museo Preistorico Etnografico conobbe uno straordinario sviluppo
fino ad occupare l’intero piano e parte del quarto. Le collezioni preistoriche ed etnografiche che vi affluirono incessantemente,
sono ancor oggi oggetto di studio per importanza e rarità. L’antico Museo Kircheriano del Collegio
Romano, diretto dal 1881 dallo stesso Pigorini, rimase un museo a sé, finché fra la fine dell’Ottocento e il 1913
le sue raccolte furono trasferite in altri musei. Nella seconda parte del volume sono stati trascritti i documenti
relativi alle più importanti raccolte preistoriche ed etnografiche affluite nel Museo nel corso di quasi cinquanta
anni, grazie all’impegno costante di Pigorini che sollecitava ispettori locali, direttori di musei, collezionisti privati,
viaggiatori, missionari, a donare o vendere al Museo tutte o in parte le loro raccolte. Altri capitoli aprono una
finestra sulla vita quotidiana del personale interno, sull’organizzazione dell’esposizione, sui metodi usati per la
conservazione dei materiali organici.