Palazzo Massimo: Il paradiso in una stanza. (Cofanetto con 4 voll.: la tomba di Patron a Roma . Tu Marcello sarai: ritratti di un giovane predestinato . Ut rosa amoena: pitture e iscrizioni del grande colombario di Villa Doria Pamphilj . Le antiche stanze di Termini: un quartiere di Roma antica) - Esaurito

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    Descrizione:

    4 volumi in cofanetto ognuno dedicato ad un contesto pittorico:

    · Le antiche stanze di Termini: un quartiere di Roma / testi di Rita Paris, Mariarosa Barbera

    · Il paradiso in una stanza: la tomba di Patron a Roma / testi di Nicole Blanc, Jean-Luc Martinez

    · Tu Marcello sarai: ritratti di un giovane predestinato / con un saggio di Antonio Giuliano

    · Ut rosa amoena: pitture e iscrizioni del grande colombario di Villa Doria Pamphilj / testo di Carlotta Caruso ... [et al.]


    Arrivano dal Louvre gli affreschi e le iscrizioni della Tomba di Patron, dal nome del proprietario, un medico greco del I sec. a.C., sepolto nei pressi della via Appia Antica. I frammenti del monumento funerario dipinti, scolpiti e iscritti sono oggi conservati nel museo parigino, prestatore d’eccezione per uno degli eventi in Palazzo Massimo dal titolo Il paradiso in una stanza. Se in origine un intero registro rappresentava uno splendido giardino, probabile evocazione dei Campi Elisi, le parti giunte sino a noi riproducono una processione dei familiari e della servitù di Patron, e immagini di uccelli. Non a caso, quindi, questi affreschi sono adesso esposti accanto al più alto capolavoro di pittura di giardino dell’antichità: la Villa di Livia a Prima Porta.
    Proprio queste pitture, che appartengono alla collezione permanente del museo - presentate con le novità sugli scavi e gli studi di botanica antica - si potranno ammirare sotto una nuova luce grazie a un impianto di illuminazione biodinamico che ripropone l’intensità della luce variabile a seconda delle differenti ore del giorno.

    Nella sala di Augusto e delle tradizioni delle origini di Roma viene esposta per la prima volta la bellissima testa in marmo pario attribuita a Marco Claudio Marcello – nipote prediletto e successore designato di Augusto – della Fondazione Sorgente Group. L’inedito volto rappresenta Marcello diciassettenne, ma non si esclude che sia stato realizzato dopo la sua morte avvenuta all’età di venti anni, forse per una congiura di palazzo. Grazie alla disponibilità della Fondazione Sorgente Group, che con il suo Marcello arricchisce di un nuovo tesoro il patrimonio culturale del nostro paese, sarà possibile vedere per la prima volta insieme tre ritratti che rivelano le sembianze del giovane nipote di Augusto. Infatti la scultura è presentata insieme a quella straordinaria dei Musei Capitolini e all’altra scoperta nella cosiddetta Casa del Citarista a Pompei, conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il suggestivo allestimento luministico della sala, accompagnato dalla lettura dei versi di Virgilio, è firmato dal premio Oscar Vittorio Storaro e dalla figlia, l’architetto Francesca Storaro.

    Come una rosa amena s’intitola l’esposizione degli affreschi del Grande Colombario scoperto a Villa Doria Pamphilj nell’Ottocento e databile al I sec. a.C. Il titolo riprende le parole latine dipinte sotto il loculo di una donna, la cui beltà in vita era paragonata all’amenità di una rosa. Le pareti furono ricomposte in un ambiente delle Terme di Diocleziano, allora l’unica sede del Museo Nazionale Romano, dove rimasero esposte fino alla fine degli anni cinquanta. Finalmente, dopo quasi mezzo secolo, gran parte dei pregevoli affreschi torna ad essere visibile al pubblico in seguito a un accurato restauro.
    Incantevoli, per la freschezza della pennellata e i colori, sono le scene di paesaggi idillico-sacrali con edifici in prospettiva, le nature morte, le diverse raffigurazioni di uccelli di varie specie; divertenti le scene di ambientazione nilotica con Pigmei che giocano e si beffano di animali palustri.

    Al secondo piano del museo, invece, si ripresenta parte del complesso di pitture e mosaici distaccati dagli edifici scavati in Piazza dei Cinquecento negli anni 1947-50: tre stanze affrescate appartenenti ad una ricca domus ricomposte nelle loro reali dimensioni, due delle quali con mosaici pavimentali, e le pareti dipinte dall’annesso impianto termale (balnea), il tutto di proprietà della famiglia dell’imperatore Adriano. Antiche stanze di Termini è il titolo di questa ampia sezione che si allestisce proprio nel luogo prossimo al ritrovamento che è possibile vedere attraverso gli affacci sulla piazza. Il complesso, realizzato e restaurato più volte nel corso del II sec. d. C., torna a vivere dopo le distruzioni che hanno lasciato il posto alle opere moderne in quell’ultimo brano sopravvissuto della grandiosa Villa Montalto, Negroni, Massimo.