Negli occhi della Gorgone. il volto di medusa sulle antefisse di Taranto

di Gaetana Abruzzese Calabrese, Amelia D’Amicis

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  • Prezzo: € 6.50
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    Descrizione:

    F.to 24x24, 24 pp. ill.ni a colori
    Catalogo della mostra

    Con la mostra Negli occhi della Gorgone. Il volto di Medusa sulle antefisse di Taranto si inaugura la serie di piccole esposizioni organizzate dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, in collaborazione con il Comune di Taranto, nell'ambito dell'iniziativa Dal deposito al Museo, coordinata dalla Direzione. Tale iniziativa intende presentare in anticipo, rispetto al percorso permanente del Museo Nazionale Archeologico di Taranto, materiali conservati nei depositi, alcuni già presenti nel vecchio allestimento, altri individuati nel corso delle ricognizioni sistematiche dei magazzini, progressivamente selezionati e sottoposti ad interventi di pulitura e restauro, in funzione della nuova presentazione al pubblico.

    Si tratta dell'esposizione di pochi, ma significativi reperti che saranno di volta in volta esposti nella prima sala degli spazi destinati alle mostre e con cui verranno trattati, con cadenza trimestrale, temi diversi per stimolare e tenere costantemente viva l'attenzione sul MARTA, durante i lavori di riallestimento.

    La mostra, inaugurata il 19 giugno, è stata curata sul piano scientifico da Gaetana Abruzzese Calabrese e Amelia D'Amicis, l'immagine e l'allestimento si devono ad Armanda Zingariello. Nel percorso espositivo viene proposta l'evoluzione sulle antefisse tarantine dal VI al IV secolo a.C. dell'iconografia della testa di Medusa, dall'aspetto animalesco della fase più antica, all'atteggiamento umano, sereno e solenne della produzione più recente. I pannelli tematici sviluppano inoltre il tema del racconto mitico che ruota intorno alle figure delle Gorgoni, di Perseo, di Poseidone, di Atena, di Medusa e del potere del suo sguardo, trattando brevemente anche la fortuna del mito nell'arte e nell'immaginario poetico.

    Le 22 antefisse con gorgoneion presentate in questa occasione conservano resti consistenti del colore originario rimesso in luce con il recente intervento di pulitura e restauro, a cura di Domenico Arco del laboratorio di restauro del MARTA.